MASSA DEL TURLO

MASSA DEL TURLO (1959) - CIMA DI VENTOLARO (1619)

La Massa del Turlo è una cima molto conosciuta e frequentata dagli escursionisti. Il suo interesse specifico è dato dall'itinerario di salita che si svolge lungo la dorsale spartiacque fra la Val Sabbiola a ovest e la Val Bagnola a est. Itinerario aperto su vasti orizzonti e costantemente in vista sul Monte Rosa e le montagne dell'alta Valsesia degradanti via via verso la pianura. Dalla cima poi  la vista spazia sullo Stralhorn, Mischabel, Weismies,  sui monti Leone, Grigna, Resegone, sui laghi d'Orta e Maggiore, sulla pianura fino alla Città di Milano. Il sentiero è sempre evidente e ben marcato, il dislivello non è rilevante, però il percorso diventa lungo per la notevole distanza della cima dal punto di partenza, in linea d'aria quasi 4 km.

NOTE TECNICHE:

località di partenza: Alpe Piane (1219)

accesso in automobile: da Varallo 12 km di cui 3 km di sterrato

dislivello complessivo: 740 metri

tempo di percorrenza: ore 2.15

difficoltà: E

periodo consigliato: primavera e autunno

cartografia: Istituto Geografico Centrale N° 10, Alagna - Valsesia - Macugnaga, scala 1:50.000; IGM, Foglio 30, Sabbia, I S.O., scala 1:25.000.

CTR CARTA TECNICA REGIONALE REGIONE PIEMONTE, zona Nord,

coordinate UTM, 32 T, N 5082889; E 443941

bibliografia:  Valsesia e Monte Rosa, volume II, di don Luigi Ravelli,  pagina 12; Guida alla Valsesia di Virgilio Carnisio, Paolo Lazzarini, Mario Soster, pagina 168.

VIA DI SALITA.

Da Varallo prendere la strada per Fobello. Dopo 4 km. Si incontra sulla propria destra da deviazione per Cervarolo. Alle ultime case di questo abitato inizia la strada sterrata, larga, mai ripida, che  porta in 3 km al rifugio del Gruppo Camosci (C A I di Varallo) all'Alpe Piane. Parcheggiare la macchina in alcuni slarghi lungo la strada avendo cura di lasciare libero il piazzale antistante il rifugio per consentire alle vetture di invertire la marcia. Iniziare la salita sullo sterrato in direzione nord. Si attraversano in questo modo i pascoli dell'Alpe Piane  disseminati da baite nuove e ristrutturate, fra le quali si trova un altro rifugio: il G. Cerini.  Alla fine dello sterrato inizia un sentiero largo e comodo. Al termine dell'Alpe Piane si attraversa una zona di doline di piccole dimensioni: 4 - 5 metri di diametro per 0.50 -1 metri di profondità. Ne sono state contate più di 10. Le più significative  si incontrano sulla propria sinistra a quota 1370 metri dopo 25 minuti di cammino e a quota 1420 dopo 40 minuti di cammino dalle Piane. Da questo punto il sentiero fa una mezza costa per evitare un tratto scabroso di cresta. Ritornato in cresta si dirige verso l'ormai vicina Cima di Ventolaro che si raggiunge ben presto, dalle Piane ore 1.10. Dal Ventolaro si percorre una spalla in leggera discesa, si perde infatti circa 10 metri di quota. La salita riprende a quota 1615 metri. Seguendo sempre la cresta si arriva a quota 1815 metri. Dopo  un breve tratto in piano l'itinerario si inflette verso est, contorna il lato orientale di un panettone pascoloso e si porta  ai piedi dei moderati pendii terminali. Ancora 15 minuti di cammino e si arriva in cima. Dal Ventolaro ore 1.05, dalle Piane ore 2.15. La vetta è sormontata da un'alta croce in tubolari di ferro. Nel basamento in muratura è stato sistemato il libro vetta sul quale l'escursionista può annotare il proprio nome.

Nota: i rifugi Camosci e Cerini sono aperti alla Domenica  nella stagione estiva.

ALTRE POSSIBILITÀ.

La Massa del Turlo può essere raggiunta anche dal Monte Croce (1645) con una lunga traversata per cresta. Da Omegna salire per strada bitumata a Quarna Sotto e  all'Alpe Camasca (1230). Da qui per sterrata al colle quotato 1270 metri e  aperto fra il Monte Croce e il Monte Congiura, dove è possibile parcheggiare la vettura. Raggiunto il  Monte Croce  scendere al Colle del Campo (1571), risalire  alla Mazza (1816) e quindi alla Massa del Turlo.

 MASSA DEL TURLO
 FORMAZIONE DOLINA

FORMAZIONE DELLE DOLINE

Per spiegare la formazione delle doline occorre entrare nel mondo della speleologia.

Le doline sono depressioni  tipiche dei terreni dove si trovano cavità sotterranee. Le loro dimensioni variano da pochi metri a qualche centinaio.

Gli speleologi usano dividere le doline in due tipi: doline di corrosione e doline di crollo.

Le doline di corrosione si formano all'incrocio di due o più fratture del terreno dove si verifica una maggiore corrosione da parte delle acque meteoriche o di scorrimento. Queste doline in virtù della loro collocazione assumono forma circolare.

Le doline di crollo si formano quando esiste una cavità a seguito del crollo del soffitto della cavità medesima.

Le doline che si incontrano nella salita alla Massa del Turlo sono collocate su una dorsale pascolosa di displuvio fra due valli. Questo fa supporre trattarsi di doline di crollo.

In questa zona dovrebbero trovarsi parecchie cavità o una sola molto ramificata. Non è detto che queste cavità siano percorribili, il crollo della parte superficiale può averle intasate. Inoltre, ammesso che esista una grotta, questa  può non avere una comunicazione con l'esterno praticabile sia pure  da speleologi. Quanto esposto resta solo  una supposizione da verificare

Una cosa è certa: dalla parte della Val Sabbiola, sopra alla frazione Massera (879), a quota1175 metri circa, si trova una grotta denominata Boec d'la Busa Pitta. Questa grotta è a circa 200 più in basso e sulla linea di massima pendenza del pendio, rispetto alle prime due doline che si incontrano durante la salita.

ALPE PIANE (1219), CERVAROLO, VALSESIA

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