IL PRETE DEL CORNO ROSSO |
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Negli anni a metà del 20° secolo il Rifugio Vigevano, nel Gruppo del Monte Rosa, era sede di Accantonamenti Nazionali. I turni settimanali comprendevano, oltre alla pensione completa, due gite con accompagnamento di guide alpine, una alla Punta Vittoria, laltra al Rifugio Margherita sulla Punta Gnifetti. In quegli anni, anche se giravo molte montagne, una settimana al Rifugio Vigevano la facevo sempre. È qui che ho conosciuto alcuni alpinisti coi quali ho fatto diverse gite ed arrampicate sul Monte Rosa. Fra questi uno lo ricordo in modo particolare per le idee che mi ha esposto, per quanto mi ha fatto capire. Quando ci presentiamo, oltre al suo nome Giovanni Sala, mi dice di essersi da poco laureato in matematica e che ha bisogno di una settimana di riposo e di gite in montagna. La prima salita che facciamo assieme e la cresta nord del Corno Rosso. La cresta non presenta difficoltà di sorta, i passaggi dove mettere le mani sulla roccia bisogna andarli a cercare di proposito, ed è quello che facciamo divertendoci a ripeterli anche più di una volta. Incomincio a conoscere il mio nuovo compagno. È un giovane di vasta cultura e di notevole intelligenza, cosa che a volte mi fa provare un senso di disagio. La giornata è bella, dalla cima la vista sullintero arco alpino, dal Viso al Bernina, è uno spettacolo. Il giorno dopo, una splendida domenica di metà luglio, il tempo è nuovamente bello. Il piazzale antistante il rifugio è animato da alpinisti, da escursionisti e da turisti di passaggio. Nella cappella a meridione del piazzale un sacerdote sta celebrando messa. Giovanni ed io, tanto per sgranchirci le gambe, saliamo al Corno del Camoscio. Indico al mio compagno le cime del Monte Rosa, la loro storia e le vicende vissute dagli alpinisti che per primi le hanno salite. Tu sai tutto sul Monte Rosa -mi dice Giovanni, poi continua- anche al Rifugio Vigevano ti conoscono tutti, per te qui è come essere a casa tua. Rispondo: In effetti sono in ottimi rapporti con molte persone, per esempio lispettrice del rifugio, il direttore, le guide alpine, le cameriere non tanto perché le cambiano ogni anno, conosco bene anche don Luigi Belletti il sacerdote che celebrava messa quando siamo partiti dal rifugio. Don Belletti lo conosco anchio risponde Giovanni- eravamo in seminario assieme. Mi volto di scatto verso Giovanni, lo guardo fisso per alcuni istanti, Ma allora tu sei un prete esclamo con una punta di risentimento per non essere stato informato subito. Non è poi così grave -mi risponde- ho ricevuto gli ordini alcuni anni fa, mi sono successivamente laureato in lettere e la settimana scorsa in matematica Tre lauree, complimenti, sei unintelligenza Non dico sia facile, lo studio è sempre un impegno, è fondamentale saper capire e memorizzare, poi il resto viene da se. Dopo alcuni minuti di silenzio riprendo la parola: Quali impegni di lavoro, chiamiamoli così, ti proponi di affrontare ? Qui in Italia nessuno -mi risponde Giovanni, poi si spiega- la mia concezione delle fede mi preclude ogni possibilità. Vedi Stefano, nellanimo di ognuno di noi cè il male, male che sempre emerge e che è allorigine di tutte le brutture della nostra società e della stessa storia. Ma in noi cè anche il bene, e per bene intendo i principi della dottrina di Gesù Cristo, lamore reciproco, lumiltà, leguaglianza, sono principi universalmente validi che ognuno di noi non può non sentire e non condividere. Il problema è di scoprire in noi stessi questi principi, di farli emergere, di farli diventare parte integrante della nostra natura, del nostro modo di essere e di comportarci. Il compito di un sacerdote è di spiegare ad ogni persona che in lui cè il bene e di convincerlo ad andare a cercarlo per una sua necessità morale e non per paura di una punizione eterna. Se qualcuno non riesce in questo lavoro deve trovare nei sacerdoti un aiuto importante per riuscirci. Questo, e solo questo, è limpegno che la Chiesa Cattolica dovrebbe assumersi. Funzioni religiose, preghiere, indottrinamenti, non servono a niente. Sono solo aspetti esteriori di un aggiornato paganesimo. Gli antichi pagani erigevano templi che erano sempre gli edifici più belli e importanti di ogni centro abitato. Nei templi mettevano le statue dei loro dei che adoravano. La Chiesa Cattolica fa la stessa cosa, ledificio chiesa è sempre il più bello e importante di ogni centro abitato, nella chiesa ci sono le statue dei santi che i fedeli adorano accendendo candele, pregando, baciandone i piedi in segno di devozione. Disattendendo le sue origini la Chiesa Cattolica si è resa responsabile di pesanti colpe storiche. Infatti la gerarchia ecclesiastica si è sempre schierata dalla parte dei potenti, dei feudatari, delle grandi monarchie, del capitalismo, delle dittature che hanno afflitto lEuropa nella prima metà del 20° secolo, contribuendo con essi a tenere sotto la gente. La croce che Gesù Cristo ha portato sul Monte Calvario era di legno ed era pesante. La croce che portano gli alti prelati è doro tempestata di diamanti. Come possono arrogarsi in diritto di proclamarsi seguaci della dottrina di Gesù Cristo ? Ci sono sacerdoti e fedeli che si impegnano a fare il bene con opere caritatevoli verso i poveri, ma non lo fanno per altruismo, ma perché sono convinti di guadagnarsi titoli di merito per accedere al regno dei cieli. Se in una società ci sono dei poveri è la società stessa che li produce. Facendo loro la carità non si fa altro che prolungare il loro stato di indigenza, bisogna invece impegnarsi per risanare la società in modo tale che questa non produca più povertà. Ma questo non è mai stato fatto dalla Chiesa Cattolica. Un vecchio proverbio dice che per fare un ricco ci vogliono dieci poveri, se i ricchi lo fossero un po di meno non ci sarebbero poveri. Un pesante silenzio cade fra noi due, mai mi sarei aspettato considerazioni del genere, giuste sotto un certo profilo, da un sacerdote cattolico. Sono io il primo a riprendere la parola. Puoi ringraziare che siamo nel 20° secolo, se fossimo nel 14° il Tribunale dInquisizione ti avrebbe messo al rogo .. per il tuo avvenire cosa pensi di fare ?. Predicare la dottrina di Gesù Cristo è per me una ragione di vita irrinunciabile. Penso di andare in qualcuna delle nuove società in via di sviluppo del Sud America o dellAfrica dove in quanto aperti alle nuove idee sono sicuramente disponibili ad ascoltarmi. La scelta di Giovanni non è felice. Va a finire in una nazione retta da un governo di militari. Le sue idee vengono scambiate come sovversione dellordine costituito. Viene arrestato con altri dissidenti, che vengono poi fatti sparire. Non deve sembrare una crudeltà, ma per Giovanni è meglio così, la vita cosa gli avrebbe offerto ? solo delusioni e amarezze nel vedere le proprie idee, storicamente e razionalmente giuste, non accettate, non condivise da nessuno, sempre e comunque respinte. Si perché per ognuno di noi è troppo facile e comodo accettare quanto ci viene fatto conoscere in tema di storia contemporanea, ideologie, fedi, rinunciando a farne unanalisi critica, rinunciando ad assumerci la responsabilità morale di cambiare quando si rende necessario il farlo.
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